DIVA E DONNA – Segreti e buone abitudini per un sorriso perfetto
La malattia più diffusa al mondo? Secondo l’organizzazione mondiale della sanità la carie: 90% delle persone ne ha sofferto almeno una volta nella vita.in Italia colpisce un adolescente su 23 60% dei più piccoli.non va meglio per gli adulti: uno su quattro ha carie non curate.
La placca batterica è il nemico numero uno dei denti, spiega la dottoressa Clotilde Austoni, odontoiatra specialista in chirurgia odontostomatologica e responsabile del centro di odontoiatria infortunistica riabilitativa dell’Istituto Galeazzi Università di Milano, perché è la causa principale delle carie ma anche di altre malattie, come la gengivite, che si presenta con gengive arrossate, gonfie, sanguinanti e si cura con la pulizia dei denti professionale e la cura dell’igiene orale quotidiana a casa. Se la gengivite è trascurata la sua evoluzione è la parodontite, che coinvolge la gengiva e causa riassorbimento dell’osso, portando nel tempo la mobilità del dente o la perdita. È
una malattia multifattoriale, perché oltre che dalla placca può dipendere anche da stili di vita come l’abitudine al fumo, ed è influenzata dall’ereditarietà del 50% dei casi.
Bocca sana, corpo sano. “Anche se noi non ci pensiamo mai – aggiunge la specialista, – la bocca è collegata al resto del corpo.” Se non si adotta una corretta igiene orale e controlli periodici, i batteri presenti nel cavo orale possono farsi strada nel flusso sanguigno e causare disagio e malessere. I ricercatori hanno individuato varie associazioni tra le malattie parodontali, diabete, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. Queste malattie spesso rendono le persone più suscettibili all’infezione parodontale. Quindi per il benessere del nostro organismo bisogna partire dalla bocca. Una buona prevenzione prevede una visita di controllo generale ogni sei mesi, il tempo giusto per intercettare eventuali problemi e patologie. Per i bambini la prima visita va fatta tra i 18 e i 24 mesi, per consentire al piccolo di prendere confidenza con il dentista, non avere paura di lui in futuro e così anche i genitori imparano a scoprire le cattive abitudini da evitare soprattutto quali sono i dispositivi le manovre di gene orale per ogni fascia di età. La visita ortodontica per controllare con una radiografia panoramica l’effettiva presenza di tutti i denti e la loro posizione, si fa a 5/7 anni. Poi le regole da seguire sono poche ma buone: lavarsi denti dopo ogni pasto, o per chi non riesce, un buon compromesso due volte al giorno alla mattina e alla sera per tre minuti. Lo spazzolino giusto quello che funziona nelle mani di ognuno di noi. Ci sono persone che ottengono un’ottima pulizia con quello manuale, altre fanno più fatica e per loro è consigliato l’elettrico. L’importante è cambiare ogni tre mesi, per l’elettrico la testina tonda con movimento roto-oscillante e setole morbide, per il manuale la tesina piccole e setole morbide. Lo spazzolino non arriva tra un dente l’altro, per quello sono indispensabili filo interdentale negli spazi stretti e scovolino per quelli più ampi. Il dentifricio deve contenere fluoro in 1000 ppm parti per milioni di fluoro sotto i sei anni, 1450 ppm sopra i sei anni. La quantità di fluoro è indicata nelle su ogni tubetto in commercio.
Ci sono differenze anche per la quantità di dentifricio da utilizzare: a 2-3 anni basta sporcare solo le setole dello spazzolino, fino a sei è sufficiente la dimensione di un chicco di riso e dai sei anni in poi una pallina grande come un pisello. Non c’è da preoccuparsi se un bambino dovesse ingoiarlo perché non è ancora capace di sputare, tali quantitativi si considerano fuoroprofilassi sistemica ovvero assunzione sistemica di fluoro come mezzo di prevenzione per la carie, quella che un tempo veniva eseguita con goccine o compresse e che oggi è indicata solo in casi particolari. Se poi desideriamo un sorriso bianco luminoso, conclude la Austoni, bisogna stare attenti ai prodotti miracolosi come dentifrici pennette o lucette sbiancanti che in realtà sono inutili. L’unico modo per avere i denti bianchi è eseguire lo sbiancamento dentale professionale che utilizza un gel a base di perossido di idrogeno o di carbamide, che libera ossigeno a contatto con i denti, disgregando così le molecole accumulate che spengono il sorriso. Tutti i prodotti in commercio libero per legge non possono contenere più dello 0,1% perciò non funzionano. Oggi lo sbiancamento dentale è possibile quasi per tutti, anche per chi soffre di sensibilità: basta risolverne la causa e valutare la soluzione migliore. Il tipo di sbiancamento si stabilisce con il dentista, che valuta quanto smalto c’è sui denti (magari ridotto per reflusso, bruxismo o traumi) e i risultati da ottenere. Due le modalità: lo sbiancamento alla poltrona più superficiale, lo sbiancamento domiciliare più profondo ed efficace, effettuati dopo un trattamento desensibilizzante e remineralizzante per prevenire l’eventuale sensibilità. Nel caso in cui lo sbiancamento non sia sufficiente si possono prendere in considerazione le faccette dentali in ceramica, che si applicano mantenendo di base la struttura naturale dei denti, utili anche per allinearli se non si vuole ricorrere alle mascherine quasi invisibili o per modificarne la forma e rendere il sorriso più armonioso.